Confidenze
Confidenziali di Natalia Bondarenko
"Io non so SCEGLIERE.
So stendere le braccia
attorno al collo
(per non cadere,
per non illudermi,
per non sapere del domani).
Ma so DISTINGUERE
un muro bianco da un colore
dell'inverno
l'umidità degli occhi dalla
prima febbre d'autunno,
uno strano osservare
l'orologio che mormora
che il mio tempo non è mai
incominciato e una vita,
addobbata di silenzi come
l'albero di Natale,
pronta a mentirmi."
(pag. 20)
Questo è un piccolo, grande
libro.
Da conquistare (distribuzione
alternativa) e leggere; leggere piano, nel silenzio, in un angolo del giorno.
Nel fluire dell'affabulazione
lirica si staglieranno squarci di vita della protagonista, alter-ego dell'autrice,
nata e cresciuta all'ombra delle stelle dell'ex Unione Sovietica.
Da lì si dipana il percorso
esistenziale di una Donna, fragile eppur forte; forte del suo candore di fronte
alla vita e dell'incanto che non smette di cercare nel mondo. Senza riti e
senza cerimoniali; nel chiaroscuro crudo della realtà.
Inutile cercare fonti
ispiratrici: tra Bukowski e Alda Merini, NB è solo e sempre sé stessa.
Qua e là, però, l'ombra di
Marmeladov e Svidrigajlov (personaggi di Delitto e Castigo di Dostoevskij) si
allunga, tra i freddi e gli urli interiori, tra delitti non commessi e castighi
imperscrutabili...
"Rivedere mio padre
scomparire dietro l'angolo
(le suole consumate,
le mani nelle tasche,
chiuse a pugno -
qualche rublo rubato dalla
borsa di mia madre)
è soltanto uno scatto della
mente, che, senza volere,
proietto su me stessa. Cerco
la nitidezza giusta
per ricordare quanto valeva
quella banconota. Cerco
il contrasto, a regola
d'arte, fra la sua tasca bucata e
la sua ombra, che strisciando
sotto il lampione,
finisce dritta nel mio
cuore."
(pag. 22)
"Ma lo sai
che i figli,
vestono vite uguali ai padri,
gli stessi fardelli pieni di
lacrime
delle madri,
lo stesso odio cucito nelle
tasche,
lo stesso rossore sulle
guance
alle loro intemperanze,
le stesse rughe,
le stesse ansie e paure, gli
stessi miti
della porta accanto...
vestono
gli stessi castighi senza
delitti."
(pag. 64)
Mai doma, mai inaridita, ma
comunque provata dalla stupidità e dall'aridità di tanta umanità (soprattutto,
purtroppo, maschile), la Donna delle Confidenze non sa e è non può rinunciare
alle emozioni e, sommessamente forse, apre le finestre al nuovo giorno.
"…così, prima di fare la
guerra alla mia notte di sempre,
alla mia notte insonne
scriverò lettere a qualcuno
non più in vita
senza mai spedirle,
confiderò a me stessa
l'inutilità del dolore
e le finestre ad Est
(chi sa perché)
terrò sempre aperte."
(pag. 80)
Lettura forte, intensa,
niente affatto banale.
Personalmente ritengo che il
lettore, prima nella fase della scelta del libro, poi in quella della lettura,
in fondo trova quello che cerca, sempre.
Vede essenzialmente quello
che la sua soggettività pone come istanza.
Per questo non consiglio
alcunché; ne' posso farlo. Ciascuno faccia i conti con le proprie necessità
spirituali.
Ma a me questo piccolo,
grande libro è piaciuto. Tanto.
PS.: bella anche la
copertina!
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