Il corpo deragliato http://www.noidonne.org/blog.php?ID=04315
In quanti modi si esprime la sofferenza? Ce lo dice un'insolita
scrittrice russa, Natalia Bondarenko ed il suo poemetto “Confidenze
confidenziali"
inserito da Fausta Genziana Le Piane
In
quanti modi si può esprimere la sofferenza? Il cuore che sa solo ululare? Il
non sentirsi a posto nel mondo? Lo smarrirsi davanti alle righe poco rette?
Davanti all’inganno? Con quali parole? Con le parole della dislocazione del
corpo per Natalia Bondarenko ed il suo “Confidenze confidenziali” (poemetto -
Rayuela Edizioni, Milano, 2013), attraverso immagini realistiche e crude.
Quando
la mente si perde, il corpo non ritrova più la sua rotta e la sua unità.
Il
termine “confidenze” non deve essere assunto sotto forma negativa: attraverso
di esse, la negazione del male distrugge il male.
Se la
testa su un panno è calpestata dagli scarponi dell’autista, le spalle si
appoggiano sulla brace delle luci abbaglianti, l’ombelico esce dalla sua sede
ordinaria, la volontà di essere donna - di camminare da sola – è forte e
integra. E’ come se la Poetessa guardasse il proprio corpo e facesse una
dichiarazione di morte ma con lo stesso spirito della magia. Esorcizzandolo con
ironia, afferma se stessa, al di là delle convenzioni e delle costrizioni,
realizzando il bene.
Dopo
un singhiozzo, in un’ambulanza,
usciva
la mia testa… finalmente…
su un
panno
calpestato
prima dagli scarponi dell’autista,
le
mie spalle si appoggiavano
sulla
brace delle luci abbaglianti, sulle righe
poco
rette, sull’inganno.
Le
dita che tiravano il mio braccio sinistro
sapevano
di tabacco, le altre –
di
mozziconi raccolti da terra.
Quando
usciva l’ombelico – ho capito che
da
grande avrei fatto l'uncinetto, guardando giù,
come
fanno le donne sottomesse,
stordite
dai passi delle formiche, con le lingue
legate
ai denti, con il cuore che sa solo ululare.
Ma…
porca miseria!
Dovevo
uscire con le gambe avanti
per
saper camminare da sola.
Fausta
Genziana Le Piane
(11 Maggio 2013)